UNA FINESTRA SU MIND
La Comunità rappresenta l’interazione fra le Persone, il Territorio e l’Ambiente che la costituiscono che si caratterizzano a vicenda. Il legame fra l’Impresa è la Comunità è da sempre fattore di successo.
Il Nord Ovest Milano. Area fortemente industrializzata e vocata all’Innovazione è interessata dall’insediamento di MIND (Milano Innovation District), il progetto di trasformazione urbana più imponente d’Italia e fra i più grandi d’Europa: un vero e proprio Ecosistema dell’Innovazione e catalizzatore di opportunità.
Studio Muliari promuove la conoscenza di questo Intervento con il fine di condividerne gli impatti diretti ed indotti e sviluppare iniziative ad essi riconducibili.
FEBBRAIO 2024- Riapriamo la nostra finestra su MIND con una chiacchierata insieme a Viviana Musazzi, da gennaio 2022 Senior Leasing Manager di Lendlease, il gruppo internazionale responsabile per lo sviluppo di MIND Milano Innovation District, il distretto dell’innovazione nato dalla rigenerazione dell’area urbana che ospitò Expo 2015, e per lo sviluppo a uso misto dell’area di oltre un milione di metri quadri a Milano Santa Giulia.
Con Viviana abbiamo approfondito soprattutto tre temi: come il territorio si sta approcciando a MIND, cosa offre MIND alla comunità ed in particolare ai giovani e alle imprese e quali novità aspettarci dal 2024.
Viviana la prima cosa che vorrei chiederti è un parere su come il territorio sta rispondendo alla grande novità di MIND. Noi abbiamo l’impressione che la comunità debba ancora entrare pienamente nell’ottica di cos’è MIND e delle opportunità che può rappresentare. Qual è il tuo punto di vista in merito?
Anche io direi che il territorio non sia ancora entrato del tutto nell’ottica di quello che MIND sta diventando, anche se abbiamo contatti con diverse aziende della zona, alcuni dei quali come ROLD hanno compreso a pieno il valore aggiunto di far parte di un distretto di innovazione di questo tipo ed hanno trasferito in MIND la propria Accademy ed i laboratori di ricerca, o come Distretto 33 che ha una propria sede in The Hive. Il progetto di MIND non è solo immobiliare e porta un vantaggio che va al di là della della location fisica, ma è qualcosa di più articolato.
Per cercare nel nostro piccolo di rendere più consapevole la comunità dell’impatto di MIND proviamo a descrivere i vantaggi che il progetto può già avere e avrà in futuro per due categorie in particolare: i giovani e gli imprenditori. Cominciamo dai giovani.
Per parlare di MIND ai giovani del territorio valorizzerei il concetto di eco-sistema. Nelle nostre intenzioni MIND più che un progetto immobiliare sarà un eco-sistema che si andrà a creare nella zona: non saranno solo uffici, ma anche residenze, hotel, servizi, retail, sentire dimenticare il Decumano che sarà a tutti gli effetti un grande parco lineare di un chilometro e mezzo, l’osepdale Galeazzi e sant’Ambrogio del Gruppo San Donato (già operativo da agosto 2022) e la nuova sede dell’Università Statale di Milano, il cui trasferimento in MIND sarà operativo dall’anno accademico 2026-2027 e che coinvolgerà quotidianamente dai 20 ai 25 mila studenti. Tutto questo sarà car-light: all’interno dell’area MIND ci si potrà spostare solo con bici, monopattini o navette interne elettriche. Inoltre, sempre in riferimento al concetto della creazione di comunità ed eco-sistema, mi piace ricordare un altro pilastro di MIND e cioè il common ground: tutti gli edifici nei primi 10 metri di altezza saranno permeabili dal punto di vista fisico o perlomeno visivo. Questo significa che tutti gli ingressi degli edifici saranno attraversabili e aperti a tutti, non solo ai residenti di quell’edificio e le hall saranno dei veri punti di incontro e di aggregazione.
E per un imprenditore invece sotto quali punti di vista MIND può essere un’opportunità ?
Innanzitutto, un primo vantaggio di MIND è che va in contro tendenza rispetto alle classiche logiche immobiliari. Tipicamente quando si parte da uno sviluppo di questo tipo si cercano dei big tenant, cioè affittuari da almeno 5.000 metri quadrati. Noi invece abbiamo fatto un’operazione completamente diversa. Tra i primi edifici che abbiamo aperto c’è quello di co-working (The Hive: https://www.mindvillage.it/), dove l’affitto è di fatto a desk oppure a uffici da 4, 6 o 8 persone; ed anche all’interno di West Gate, la prossima area nuova che andremo a sviluppare, gli uffici partiranno da 500 metri. Il nostro obiettivo è avere una varietà di aziende, che comprenda non solo le grandi ma anche le piccole, in modo da creare una vera community che consenta di sviluppare nuovi progetti di innovazione, che è la vocazione e l’elemento trainane di MIND. Questo è forse uno degli aspetti più interessanti per un imprenditore: la possibilità di contatti e collaborazioni con le altre aziende presenti. Oggi un imprenditore in MIND può trovare istituzioni della ricerca come Human Technopole e aziende multinazionali come Astrazeneca, società di ingegneria o meccatronica, tante start-up di vario genere e poi il progetto SkyDeck Europe, l’acceleratore della Berkeley University: ogni sessione prevede un primo trimestre è curato dal team di Berkeley SkyDeck, al quale le startup possono partecipare di persona direttamente nella sede statunitense e online. Il secondo trimestre è curato dal team di Cariplo Factory e si svolge in presenza e online presso gli spazi del building The Hive – MIND e fa leva sull’attivazione delle competenze, dei laboratori e dei network delle università selezionate. Questo aiuta ovviamente sia le start up, sia le aziende già presenti, che possono così entrare in contatto con loro. Un esempio molto recente di collaborazione tra aziende presenti in MIND riguarda proprio Lendlease: con Elettronica SPA, società italiana leader mondiale nel settore della difesa elettronica, abbiamo perfezionato il closing di E4life, joint venture attiva nel settore della Biodifesa, con l’obiettivo di sviluppare e promuovere “E4Shield”, tecnologia rivoluzionaria completamente made in Italy, in grado di inattivare in aria virus e agenti patogeni per il tramite di onde elettromagnetiche. Senza MIND e Federated Innovation probabilmente non ci saremmo mai incrociati. Un altro aspetto molto interessate per le imprese è la capacità di MIND di fungere da talent attraction, per due ragioni in particolare: innanzitutto perché è più facile attrarre talenti se il sito in cui ti trovi è attrattivo e poi per la presenza dell’Università, dell’ITS CIMA e della Scuola di Restauro Botticino.
Che 2024 sarà per MIND?
Intanto abbiamo ultimato gli spazi di co-working e settimana scorsa ha aperto Esselunga, con anche una terrazza per gli aperitivi. Nel corso dell’anno saranno poi operativi dei nuovi spazi di Caffè Vergnano aggiuntivi agli esistenti e il Big Theatre, una location per eventi che potrà contenere fino a 2.000 persone. Sempre nel 2024 partiranno anche i cantieri del West Gate ed oltre a tutto questo, nelle prossime settimane, avremo modo di comunicare altre importanti novità. In generale la nostra bussola è far andare di pari passo i servizi con gli uffici e le abitazioni e anche quest’anno seguiremo questo principio cardine.
MARZO 2023- Riapriamo la nostra finestra su MIND con il dottor Fulvio Caselli, medico di base e consigliere comunale di Rho. Dal 2016 è membro della commissione MIND del Comune, di cui nel 2021 ha assunto la presidenza. In questa veste il Dottor Caselli ci ha rappresentato “lo stato dell’arte” del progetto MIND, abbinato alle sue considerazioni.
Dottor Caselli, Lei è un consigliere di maggioranza del Comune di Rho e presidente della Commissione MIND, ma nonostante questi suoi ruoli istituzionali è noto per la chiarezza delle sue idee e per la franchezza con cui le esprime. Partiamo dagli ultimi sviluppi del progetto MIND: a che punto siamo?
L’area MIND, oltre alla parte riservata alle costruzioni residenziali e commerciali, prevede tre grandi ancore pubbliche: l’ospedale Galeazzi, Human Technopole ed il polo universitario delle facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano. Rispetto ai programmi iniziali, innanzitutto a causa del covid, i lavori sono un po’ in ritardo e solo la prima ancora, cioè il Galeazzi, è ad oggi completato e fruibile per tutti i cittadini. Human Technopole è un bellissimo progetto, ma è ancora in divenire, come vi ha ben spiegato in una precedente intervista il dottor Fabio Terragni, mentre i lavori per il polo universitario cominceranno probabilmente solo nella prossima estate e dovrebbero concludersi insieme a quelli del polo di Human Technopole, nel 2026 (questo perché il Senato Accademico ha deliberato lo spostamento da Città Studi solo lo scorso 20 dicembre, in quanto non tutti i suoi componenti erano d’accordo con questa decisione).
Prima ci serviva la sua chiarezza, ora abbiamo bisogno della franchezza. Dal suo punto di vista quali sono gli aspetti migliori del progetto MIND e quali invece le criticità?
Partiamo con il dire che certamente nel suo complesso MIND è un grande progetto e che una volta a pieno regime sarà un vero polo di eccellenza ed innovazione in grado di portare benefici molto importanti alla comunità. Quindi, in generale, il mio giudizio non può che essere positivo. Ora ancora non si può toccare con mano il suo impatto, ma sono convinto che dopo l’arrivo dell’Università, previsto appunto per il 2026, MIND prenderà davvero vita e attirerà anche tante aziende di prim’ordine. Quanto alle criticità ne evidenzio due. Innanzitutto, la sostanziale assenza di Milano, a differenza di quanto sta accadendo a Cascina Merlata. Agli albori del progetto (2016-2017) sembrava che tutta l’innovazione di Milano si sarebbe concentrata in MIND. Purtroppo, non è stato così; innanzitutto a causa della pandemia, ma il motivo di fondo è che all’epoca MIND doveva essere l’unica, o la principale, novità di Milano, mentre negli ultimi anni ne sono arrivate altre, l’assegnazione delle Olimpiadi su tutte. MIND ora lo vedo molto più di Rho che di Milano, ma questo non è comunque detto che sia un male, sta a noi renderla un’opportunità. L’altra criticità che vedo, e a mio parere è decisamente la più importante, è la quasi totale scomparsa del verde pubblico dal progetto definitivo. Inizialmente Mind doveva divenire il Central Park di Milano. Il progetto iniziale prevedeva 800 ettari di area verde “dalla Darsena a Pero” e infatti la dicitura di quelle prime bozze non era ancora “MIND” ma “Parco della Scienza”.
Poi, aggiornamento dopo aggiornamento, nei progetti che si sono susseguiti il verde è progressivamente evaporato. Leandlease non farà certamente costruzioni dormitorio, saranno edifici molto belli ed anche ecosostenibili, ma del verde non c’è più traccia. Anche in questo caso, però, dobbiamo cercare di trasformare una criticità in opportunità. Qualche tempo fa la nostra Commissione ha lanciato una proposta, teoricamente accolta anche da Leandlease: realizzare un grande polmone verde da Baranzate ad Arese, con al suo interno un grande parco agricolo, aziende agricole ed aree per attività sportive. È un mio sogno in cui credo fermamente e non mi vergogno: sarebbe proprio bello poter dire di aver contribuito a realizzare un qualcosa di unico in Italia. A questo polmone verde attribuisco un’importanza decisiva, sotto l’aspetto del coinvolgimento della comunità ma anche dal punto di vista economico, perché farebbe aumentare notevolmente l’appeal ed il richiamo non solo dell’area MIND, ma di tutto il nostro territorio.
Un’ultima domanda, sempre a proposito delle criticità, anche se in questo caso non si parla di una lacuna del progetto in sé: noi abbiamo l’impressione di una scarsa consapevolezza del territorio (inteso come suo tessuto sociale, scuole, aziende…) delle trasformazioni che arriveranno con MIND. È d’accordo?
Sì, condivido che questa sia un’altra criticità, anche se in larga misura comprensibile. Come Comune di Rho stiamo pensando ad iniziative concrete per affrontare il problema: per esempio, ed è una cosa a cui tengo molto, stiamo organizzando l’avvio di visite guidate in MIND degli studenti di tutti gli istituti superiori del Comune. I ragazzi devono capire che quell’area diventerà di altissimo livello e che potrà rivestire un’importanza fondamentale per il loro futuro, tra università, Human Technopole ed altre eccellenze che certamente arriveranno dal 2026 in avanti.
FEBBRAIO 2023- Se oggi Fiera Milano, e MIND, si trovano nell’attuale area di Rho-Pero lo si deve innanzitutto a chi avviò quel percorso. Riapriamo allora la nostra Finestra su MIND con Piero Borghini, il Sindaco di Milano che nel 1992 prese la storica decisione di spostare la Fiera “fuori Milano” e che oggi continua ad occuparsi della sua e nostra città come vicepresidente del Centro Studi Grande Milano.
Dottor Borghini, Lei è il Sindaco che nel 1992 stabilì lo spostamento di Fiera Milano nell’area di Rho-Pero. Oggi, a distanza di 30 anni, rifarebbe quella scelta?
Certamente. È una decisione che ricordo con grande orgoglio, una decisione che definirei capitale. Sì, perché una decisione così a Milano si prende quasi ogni 100 anni. Il precedente spostamento della Fiera, su impulso di un gruppo di imprenditori, avvenne infatti nel 1923, quando l’allora Fiera Campionaria fu trasferita dai bastioni di Porta Venezia al Campo Marte, cioè l’area racchiusa tra piazza Giulio Cesare e Largo Domodossola. Non solo, ma mi si consenta di ricordare che fu anche una decisione coraggiosa, presa resistendo a forti pressioni (di chi voleva spostare la Fiera a Milano Sud anziché a Rho-Pero) ed in un contesto difficilissimo per Milano: eravamo in piena tempesta Tangentopoli ed in Consiglio Comunale avevamo un solo voto di maggioranza. Fu infine anche una decisione di ampia portata culturale perché “cultura” a mio avviso significa sapere dove andare ed il perché.
Perchè la giunta da Lei guidata ritenne che fosse arrivato il momento di spostare la Fiera?
La Fiera ha sempre avuto una funzione precisa: essere uno strumento per la politica industriale del Paese e la modernizzazione dell’economia, una funzione che la Fiera ha sempre svolto con estrema efficacia e puntualità. Negli anni ’20 e ‘30 ha dovuto occuparsi della ricostruzione post-bellica e della prima grande ondata di industrializzazione italiana; negli anni ’50 e ’60, gli anni della seconda grande ricostruzione, la Fiera fu vetrina del boom economico e della trasformazione industriale del Paese. Gli anni ‘70 e ‘80 furono invece i decenni della grande ristrutturazione industriale, basti pensare che nella sola siderurgia perdemmo 100.000 posti di lavoro, ma senza quasi accorgercene, perché altrettanti posti di lavoro furono creati in altri settori, e cioè le attività commerciali e dei servizi. La Fiera, in quei due decenni cruciali, è stata lo strumento che ha letteralmente accompagnato questo processo di profonda trasformazione (pensiamo alla nascita del Salone del Mobile e delle grandi mostre della moda).
Arriviamo così agli anni ‘90, agli albori dei quali noi prendemmo quella decisione. Perché lo abbiamo fatto? Certamente perché la Fiera era ormai un’area troppo piccola, direi quasi “militare”, recintata, poco aperta al pubblico e nei fatti direi sconosciuta ai milanesi; ma soprattutto perché la Fiera, ancora una volta doveva assumere una nuova funzione, ossia diventare lo strumento dello sviluppo della Milano capitale dell’economia del terziario avanzato e soprattutto capitale della conoscenza, e per assumere questa nuova funzione era necessario cambiare totalmente la Fiera, rinnovando anche la sua collocazione. Ecco perché lo spostamento della Fiera lo vedo anche come la dimostrazione di una delle doti più importanti che ha Milano, e cioè il saper cambiare, anche radicalmente, le cose quando non vanno più bene, quando non sono più funzionali o al passo coi tempi. Milano ha saputo passare dall’industria all’economia del terziario avanzato, ed ora all’economia della conoscenza, mutando l’urbanistica e le connotazioni della città, riorganizzando i servizi ed adeguandosi alle nuove esigenze.
Cosa vi convinse a spostare la Fiera fuori Milano e nella fattispecie a Rho-Pero?
Mi piace rispondere a questa domanda, cominciando con una citazione della grande sociologa Saskia Sassen, la quale sostiene che “le città vanno pensate al plurale”. Milano è un grande arcipelago di isole, non una città stato. Milano esiste, è ricca, si sviluppa ed è potente perché attorno ha la sua area metropolitana e la Brianza: altrimenti Milano sarebbe povera, una città medio-piccola di scarso significato. Invece Milano è quella potenza che è perché è il capoluogo, perché è il cuore, di una grande area metropolitana, la terza economicamente e socialmente più importante d’Europa e la seconda dell’UE, dopo Londra e poco dopo Parigi. È l’area metropolitana che contraddistingue Milano, non l’area cittadina, che se ci pensiamo bene è grande praticamente come Lione… Milano è questa realtà, e Rho-Pero ne è il baricentro. Sì, il baricentro, perché il centro di Milano è il Duomo, ma il suo baricentro, e cioè il centro funzionale al modo di essere dell’economia milanese, non è il Duomo, né City Life, ma è diventato proprio Rho-Pero. Questa è l’ottica dello sposamento della Fiera, uno spostamento che altrimenti non si può comprendere nella sua interezza.
Come si colloca in questa visione di Milano il progetto MIND?
Come abbiamo appena detto, l’economia della conoscenza è la vera essenza della Milano di oggi. MIND al tempo stesso si inserisce in quest’ottica e ne è la prova. MIND infatti si è insediato in Fiera non perché a Milano era disponibile una generica grande area, ma perché Milano è la capitale dell’economia della conoscenza, che non è fatta solo delle sue punte di diamante, e cioè le università ed i centri di ricerca, ma è composta anche da tutta l’enorme quantità di lavoratori che traggono da Milano e dall’area metropolitana il motivo del loro lavoro: pensiamo ai designer, agli organizzatori di eventi, agli addetti alla comunicazione, tutti professionisti che non lavorano per la fabbrica X o per l’azienda Y, ma per l’economia della conoscenza dell’area metropolitana. MIND è inoltre perfettamente funzionale alla nuova missione delle fiere contemporanee, che non è più mostrare semplicemente i prodotti, ma mostrare i processi innovativi da cui quei prodotti derivano.
La Città Metropolitana ha sostituito la Provincia con lo scopo anche di superare la distinzione fra città capoluogo e cintura, andando proprio nella direzione da Lei auspicata. Tuttavia, soprattutto se pensiamo alla mobilità e alle politiche abitative, si ha l’impressione che le decisioni assunte, anziché orientate ad armonizzare, alimentino ulteriormente la separazione. Quali limiti sta dimostrando il rapporto istituzionale e politico interno alla Città Metropolitana?
Qui torniamo ancora una volta alla concezione di Milano da identificare con la sua area metropolitana ed alle città da pensare al plurale di Saskia Sassen. Se pensassimo a Milano come la città dentro la cerchia dei navigli dovremmo definire Milano una città internazionale di enorme successo, che attrae investimenti enormi ed enormi talenti. Allargando però lo sguardo alle altre Milano, e cioè all’area metropolitana, intesa come realtà produttiva, notiamo punti di sofferenza importanti. Milano non può chiudersi nella bolla, perché di bolla si tratta, del successo del suo centro, ma deve prendere atto di tutte le difficoltà dell’area metropolitana e, anziché acuirle, contribuire a risolvere. Per esempio l’Area B non è un tema milanese, ma di area metropolitana, e quindi va affrontato e risolto d’accordo con l’area metropolitana, non in conflitto con essa. Anche le politiche della casa devono essere pensate in un’ottica metropolitana. Come ho avuto modo di ripetere sia al Presidente Fontana che al Sindaco Sala, Regione e Città Metropolitana dovrebbero redigere un grande piano di social housing a dimensione metropolitana, collaborando insieme ed andando oltre le appartenenze partitiche (non c’è una conflittualità inevitabile!). Solo così si può risolvere il problema della casa, di pari passo con il problema della mobilità. Saskia Sassen parlava di “diritto alla città, al di là di dove viviamo”: non importa se vivo a Milano centro, in periferia, in un comune della cintura o in un borgo meraviglioso dell’area metropolitana. Nel nostro caso, ovunque io viva devo godere della stessa qualità urbana e della vita che c’è nel centro di Milano: devo avere un’architettura piacevole, servizi efficienti, connessioni funzionali, socialità, cultura ed ovviamente lavoro.
Chiudiamo toccando un tema che come Studio ci sta particolarmente a cuore: il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. Basandosi sulla sua non comune esperienza, è d’accordo con la nostra impressione di un diffuso sentimento anti-impresa in certi settori della PA, una diffidenza che si riflette non solo in atteggiamenti spesso diffidenti verso l’imprenditore ma anche nel coacervo di regole e burocrazia record a cui le nostre imprese sono sottoposte?
Ha assolutamente ragione, ed in particolare in questo momento stiamo assistendo ad un’ondata neo-statalista che spero non dilaghi. Ovunque le realtà di maggior successo sono frutto di una cooperazione tra pubblico e privato. Delle enormi potenzialità di questa collaborazione Milano ne è un mirabile esempio (pensiamo alle fondazioni culturali, ad almeno la metà dei nostri musei, alla sanità, a tutti i grandi progetti di sviluppo urbanistico, compreso MIND). La collaborazione tra pubblico e privato è l’unica strada da percorrere per il futuro, una strada da percorrere anche volentieri, essendo tipicamente milanese. Per fare questo, e per superare anche le sacche di diffidenza verso l’impresa che persistono in una certa PA, occorre “capacitare le istituzioni”. Bisogna cioè dotare regioni e comuni di personale all’altezza dei grandi problemi e delle grandi sfide che dobbiamo affrontare. Non si tratta di assumere nuove figure, ma di definire una qualità superiore dei dipendenti comunali (pagandoli di più). La soluzione non sono le assunzioni da fuori, ma un’opera di formazione, una formazione radicale, continua ed aperta perennemente alle nuove competenze.
SETTEMBRE 2022- Con il mese di settembre riapriamo anche la nostra finestra su MIND, intervistando Fabio Terragni, membro del Management Board di Human Technopole, il nuovo istituto di ricerca italiano per le scienze della vita fondato dal governo per portare avanti l’eredità di Expo 2015, una delle punte più alte di eccellenza del nostro paese. Cosa c’entra Human Technopole (HT) con l’area MIND? Semplice. La sua sede è situata proprio qui. Il complesso HT è ancora in evoluzione: sono state completate la sede istituzionale (il vecchio Palazzo Italia, ristrutturato), i 3 edifici dei primi laboratori sperimentali e il North Pavilion, mentre il South Building, l’edificio principale di HT, interamente da costruire e che ospiterà laboratori per 800 scienziati entrerà in funzione nel 2027 (il progetto vincitore è stato assegnato ad aprile 2020).
Dottor Terragni, prima di parlare di MIND può essere utile chiarire il campo di attività di HT ed il suo potenziale. In Italia si parla spesso di “ricerca” in termini generici, ma raramente si entra nelle applicazioni concrete di questa parola.
Condivido, quindi parliamo subito in termini molto concreti. Per quello che riguarda HT sono state attivate 5 principali linee di ricerca: genomica, neurogenomica, biologia strutturale, biologia computazionale, analisi dei big data applicata alla salute umana (in collaborazione con il Politecnico). In questi 3 anni abbiamo già raggiunto la cifra di oltre 200 ricercatori, che diventeranno più di 1000 da qui al 2027, quando enterà in funzione il South Building; la maggior parte di loro sono italiani che rientrano in patria o stranieri attratti dal progetto. Sono, queste, entrambe circostanze rare, che quindi ci riempiono di soddisfazione.
Cosa rappresenta MIND per Milano e la Lombardia? Quale il suo impatto?
Chiariamo intanto cos’è MIND: MIND è il nome del progetto con cui Lendlease si è aggiudicata l’area Expo. Mind, quindi, è un progetto. Un progetto che è stato impostato prestando attenzione non solo agli aspetti immobiliari, ma, e qui sta la prima grande novità, anche al lato prettamente contenutistico, individuando l’innovazione come la caratteristica principale che avrebbe dovuto avere l’area. Ecco, possiamo dire che MIND per Milano, la Lombardia e l’Italia, ma anche per l’Europa, sarà innanzitutto una grande area di innovazione. Per Milano ed il territorio metroplitano MIND assumerà poi un ulteriore ed importante significato. Storicamente, lo sviluppo economico ed urbano del milanese passa da due direttrici: la Milano-Monza con Viale Fulvio Testi e poi l’asse del Sempione, che oggi con MIND arriva al punto di massimo sviluppo. Anche da questo punto di vista MIND rapparesenta un motore di sviluppo per l’intero territorio.
MIND rappresenta un’occasione anche per i comuni della città metropolitana o vede invece il rischio che questi territori possano essere penalizzati a vantaggio del centro?
Fossi un sindaco di un comune della città metropolitana non mi preoccuperei affatto di quest’ultimo ipotetico scenario. Mind è un’occasione irripetibile per valorizzare i comuni come Lainate, ed è fondamentale entrare in quest’ottica, cercando di puntare sul potenziamento dei servizi piuttosto che sulle infrastrutture (autostrade etc..), di cui il territorio è già ricco.
APRILE 2022- Riapriamo la nostra finestra su MIND con Gerardo Gentile detto “Gerry”, agente immobiliare molto conosciuto nel rhodense, non solo per la professione che svolge da 30 anni, ma anche per le molteplici attività divulgative e di volontariato di cui è motore: membro ormai storico del Lions Club Rho e vicepresidente di A.I.L. (Associazione Imprenditori Lombardi) , Gerry è anche ideatore e leader della Nazionale Agenti Immobiliari (che da vent’anni gioca partite per beneficenza in tutta Italia) e di “Parliamo di Rho”, le dirette settimanali con cui dalla sua pagina Facebook e dal suo canale YouTube, e in compagnia di ospiti qualificati, approfondisce la vita economica e sociale di Rho e del territorio circostante; naturale, quindi, che MIND sia spesso oggetto delle riflessioni di Gerry e dei suoi ospiti.
Caro Gerry, dal tuo duplice punto di vista di operatore immobiliare ed attento osservatore della realtà del rhodense, credi che il territtorio si stia adeguatamente attrezzando in vista dell’arrivo di MIND? Mind è un argomento che mi sta molto a cuore, quindi risponderò molto schiettamente: dal mio punto di vista no, il territorio, per ora, non si sta attrezzando per l’arrivo di MIND. E’ vero che sono in costruzione 390 alloggi all’interno di MIND, ma questo non è certo sufficente, anche perchè ci saranno tanti lavoratori che graviteranno attorno a MIND che per diverse ragioni (innanzitutto di costi) preferiranno vivere a Rho e nei comuni limitrofi, e da questo punto di vista non si sta facendo ancora nulla, se non qualche bed and breakfast isolato. Se non entriamo nell’ottica che occorre fare qualcosa MIND diventerà un’occasione sprecata, esattamente come credo che sia stata EXPO. Mi spiego. Siamo stati in grado di far sorgere infrastrutture sul nostro territorio in occasione di EXPO? No. Le persone che visitavano EXPO, dopo aver girato per i padiglioni, venivano a Rho o prendevano la metro e andavano a Milano? La risposta è Milano, anche perchè con Rho, e di conseguenza con il rhodense, non c’erano di fatto collegamenti.
Cosa potrebbero fare di più le Amministrazioni locali? La prima cosa da fare sarebbe comunicare di più e farlo in maniera massiva, positiva e propositiva. Prova ad andare per strada a chiedere alle persone se sanno cos’è MIND. Quanti ti daranno una risposta corretta? Forse due su dieci… E non pensiamo che tra gli imprenditori vada meglio… Ecco perchè comunicare è fondamentale. Le amministrazioni dovrebbero essere il motore propulsore di questa comunicazione, sensibilizzando anche le scuole, ma un certo ruolo dovrebbero averlo anche i media locali, che invece per ora non si stanno dimostrando molto attenti sulla questione. Un altro compito fondamentale delle amministrazioni sarebbe quello di attrarre investimenti e quindi infrastrutture: per farlo però non bisogna aspettare che bussino gli investitori alla tua porta, bisogna cercarli gli investitori, possibilmente con una visione sovracomunale unitaria. Queste cose le ho detto anche al Sindaco di Rho Andrea Orlandi, che ha partecipato all’ultima mia diretta face book: il Sindaco ha davvero a cuore MIND, ora occorre concretizzare certi auspici. Attenzione però: non possiamo aspettare solo le amministrazioni locali, ma ognuno di noi deve dare e fare qualcosa per la comunità (imprese, aziende, liberi professionisti e gli stessi cittadini), mettendo un piccolo mattoncino per costruire delle grandi realtà.
Altrimenti continuiamo a lamentarci a criticare coloro che agiscono, non guardando noi stessi che stiamo sempre ad aspettare che gli altri facciano il primo passo.
Chiudiamo con una domanda più personale. Qual è la molla che ti spinge nelle tue iniziative? Sono attivo sul territorio non per un tornaconto di lucro ne tantomeno di immagine. Sono spinto da un desiderio semplice, ma forte: provare a restituire qualcosa a questo territorio che mi ha dato tanto, essere una piccola goccia nel mare per far sì che i nostri figli e i nostri nipoti abbiano almeno le possibilità che abbiamo avuto noi. Per convogliare questi sforzi ho creato, insieme ad altri amici, l’Associazione Gentile, giocando con il mio cognome e il concetto di gentilezza. Vorremmo fare qualcosa di concreto per Rho e il primo sogno che ci piacerebbe realizzare è la costruzione di una casa famiglia per i ragazzi del “dopo di noi”.
FEBBRAIO 2022- Riapriamo la nostra finestra su Mind con un’intervista ad Andrea Orlandi, giovane sindaco (ha 35 anni) di Rho dallo scorso ottobre. Orlandi detiene anche la delega a MIND e in qualità di Sindaco di Rho è anche presidente del Patto dei Sindaci del Nord Ovest Milano, un organismo collegiale e territoriale che il sindaco ha la ferma intenzione di rilanciare.
- Quale impatto si aspetta da MIND per il nostro territorio, in particolare in termini di flussi? Nel caso specifico di Rho, la zona di Via Risorgimento, che è la più prossima a MIND, potrebbe essere oggetto di interventi in termini di viabilità o di infrastrutture?
MIND rappresenta una delle grandi opportunità che il nostro territorio vive. Il mondo ci guarda come distretto dell’innovazione e noi vedremo il mondo transitare nelle nostre città. Io però ribalterei questa domanda perché non dobbiamo guardare a MIND come un qualcosa che recepiamo passivamente, nell’ottica di “cosa avremo da MIND”. La vera domanda è “cosa noi possiamo dare a MIND” e “cosa MIND ha bisogno da noi”: solamente facendo leva sulle nostre eccellenze e sulle capacità che le nostre città hanno di generare servizi e beni per quel quartiere potremo davvero creare dei legami commerciali, sociali e culturali. In tutto questo il ruolo del settore pubblico diviene importante non nel fare direttamente queste cose, ma nell’agevolare e accompagnare il territorio in termini di creazioni di reti e di relazioni tra i diversi soggetti. L’investimento pubblico deve invece indirizzarsi sulle infrastrutture di collegamento per quanto riguarda in particolare la città di Rho tra MIND e il suo centro.
- Un’altra ricaduta sarà certamente quella sul mondo produttivo. Quali saranno secondo Lei i servizi più richiesti da MIND e quali le professioni, ed i settori, che potranno beneficiare maggiormente del suo avvento? Più in generale quali impatti occupazionali aspettarci? Viviamo un momento storico di grandi cambiamenti in cui anche le professioni del futuro cambieranno. Accanto a un tema di servizi di base (ristorazione, ricettività, servizi di supporto come pulizie e lavanderie, etc.), magari ripensati con l’occasione in maniera innovativa, nasceranno settori invece completamente nuovi. Oggi più che mai è quindi importante per le aziende del nostro territorio guardare a MIND come un’occasione per guardare al proprio futuro. I settori che a mio parere potrebbero vedere uno sviluppo sul nostro territorio sono due: la città universitaria e il sistema di offerta naturalistica e culturale. Parto dall’università, perché l’arrivo degli studenti, che potrebbero trovare soluzioni ben collegate a Milano a prezzi molto più bassi rispetto al capoluogo, può davvero cambiare il volto della città, portando vitalità son solo in termini di svago ma anche in termini culturali. Il secondo filone è quello del sistema di parchi e di paesaggi agricolo-naturalisti che il nostro territorio può offrire e che Milano, per conformazione, non può avere sotto casa; dovremo pensare anche ad un’offerta culturale di musei e aziende con una storia affascinante da raccontare di cui. Sono risorse di cui il nostro territorio è ricco, spesso però senza farne buon uso. Non sono sfide semplici, ma ora è arrivato il momento di affrontarle.
- Sempre nell’ottica dell’impatto sul territorio, ritiene che gli attori sia privati che pubblici della nostra zona (aziende, scuole, consorzi, enti culturali…) si stiano davvero attrezzando per far fronte alla novità? Il rischio è che per tanti soggetti MIND rappresenti ancora una realtà lontana nel tempo ed indefinita, e che quindi non abbiano ancora cominciato a riflettere sullo scenario totalmente nuovo che si sta per aprire.
In questi mesi ripeto spesso una cosa: se ci presentassimo nella piazza centrale della nostra città e chiedessimo ai passanti cos’è MIND, probabilmente non arriveremo al 50% delle persone che, almeno, associa questa parola all’area di EXPO. Se ci addentrassimo a chiedere se uno consoce quello che avverrà lì dentro la percentuale calerebbe ulteriormente. Dobbiamo quindi colmare questo deficit di semplice conoscenza, operazione alla base di qualsiasi tipo di progettualità. Su questo dovremo investire tantissime forze e risorse, già nell’immediato.
- Valutando tutti questi fattori possiamo concludere che MIND rappresenta per il territorio innanzitutto una grande opportunità, ma anche una sfida: è corretto dire che se i comuni limitrofi a Milano non si organizzeranno saranno altri comuni meno vicini ad approfittare delle opportunità e che più probabilmente potrebbe essere il capoluogo stesso ad attrarre flussi e persone dai comuni più piccoli? Qual è il suo punto di vista al riguardo?
Concordo, spesso ripeto che Rho è troppo piccola per affrontare la sfida principale di questo territorio, che è l’internazionalizzazione. Se il mondo verrà qui, noi dovremo essere capaci di interloquire con il mondo. Non è solo questione del conoscere o meno le lingue straniere, è questione di approccio internazionale che il territorio deve avere per vincere questa sfida, che a mio parere è un’opportunità. Parliamo di processi lunghissimi misurabili nell’arco di decenni. A noi in questi anni non sarà dato il compito di raccogliere, bensì di seminare, generando processi irreversibili di sviluppo positivi per le nostre comunità.
- Lei, come sindaco di Rho, è presidente anche del Patto dei Sindaci del Nord Ovest Milano. Quanto è importante per gli amministratori affiancare alla visione comunale quella di zona? Qual è il suo giudizio sulla capacità dei territori di fare davvero sistema?
Agire come Patto dei Sindaci del Nord Ovest è importantissimo, oserei anzi dire che oggigiorno è imprescindibile. Chi pensa che da solo si possano vincere queste sfide ha sbagliato completamente approccio. Nel contesto in cui viviamo possiamo vincere solo se giochiamo in squadra, non solo tra amministrazioni pubbliche, ma anche con tutti coloro che compongono le nostre comunità. Solo insieme possiamo davvero fare bene e perseguire la vocazione dello sviluppo del nostro territorio. Siamo pronti a fare questo? A mio parere ci sono tutte le condizioni perché ciò avvenga, ma ci vuole l’impegno di tutti, lasciando perdere i motivi che ci dividono e facendo leva sugli obiettivi che ci uniscono. Utopia, forse, ma iniziamo a seguirla e ad incamminarci verso questa utopia; l’alternativa è stare fermi e non possiamo permettercelo.
GENNAIO 2022- Riapriamo anche in questo inizio 2022 la nostra finestra su Mind. Questa volta ci chiediamo come Mind potrà impattare sui luoghi d’attrazione dei comuni della città metropolitana. Ne parliamo con Aldo Croci, presidente dell’Associazione Amici di Villa Litta.
1) Per i comuni limitrofi a Milano Mind rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida: se questi comuni non si organizzano saranno altri comuni meno vicini ad approfittare delle opportunità offerte da Mind, o più probabilmente sarà il capoluogo stesso ad attrarre flussi e persone dai comuni come Lainate. Qual è la sua opinione in merito?
Questa domanda evoca in me similitudini con analoghe considerazioni espresse per l’evento EXPO 2015. La differenza è che Expo era un evento con durata limitata mentre ora parliamo di un ambiente e di un insediamento che si sta configurando come permanente. Anche nel 2015 la domanda era se Milano avrebbe oscurato i comuni limitrofi o ci sarebbe stato spazio per tutti. L’auspicio delle città del circondario era creare una cordata di comuni con un interessi integrati; la realtà ha indicato chiaramente che una unione di comuni non si è avverata, per motivi di ordine infrastrutturale , economico e politico. Certamente Mind rappresenta l’opportunità di un forte rinnovamento e di un passo ulteriore di questo lungo Rinascimento di Milano, sempre più città ecologica, moderna, sostenibile e centro delle arti, intese non solo come arti del passato, ma soprattutto come eccellenze tecnologiche che la collocano in una dimensione finalmente europea. Qual è quindi il futuro di Lainate e l’integrazione con Mind? L’aspetto storico di Lainate è stata la forte industrializzazione, che oggi è più orientata ai servizi che alla produzione. Qui vedo delle opportunità di collegamento con alcune aree e competenze di parti di Mind, il tutto pero’ inserito in un piano supportato e sponsorizzato anche dall’ Amministrazione Comunale, che deve avere un ruolo di capofila. Per quanto riguarda la connessione con altri comuni posso pensare che ci siano opportunità su specifici progetti sovracomunali, ma strettamente legate a realtà del territorio, soprattutto economiche, che perseguano progetti forti e concreti.
2) Questa duplice ottica di sfida-opportunità vale anche per i luoghi di interesse sparsi nei comuni della città metropolitana, di cui Villa Litta è certamente fiore all’occhiello. Come farà Villa Litta a rendere MIND un’opportunità più che un pericolo? Avete già avviato una riflessione al riguardo?
Per il tema di Villa Litta dobbiamo premettere che esiste un gruppo di lavoro costituito da Amministrazione Comunale, Associazione Amici di Villa Litta, societa’ pubblica Area Expo ed Accademia di Brera per formulare un progetto e delle ipotesi di futuro utilizzo e gestione della intera area di Villa Litta. In seguito si valuterà una collaborazione con privati costituiti in consorzi o gruppi di interesse, salvaguardando la realtà storica dell’intera area. L’area Expo quindi, essendo strettamente connessa con Mind, servirà come canale di accesso privilegiato a tutto ciò che Mind potra’ offrire. Quindi assolutamente non vedo alcun pericolo, anzi, sempre di più l’arte nel mondo si sta integrando con le diverse tecnologie di offerta del prodotto artistico, offrendo innovativi progetti di fruizione anche per un pubblico più giovane, attratto soprattutto dalla tecnologia e che si discosta dal classico pubblico appassionato e profondo conoscitore delle diverse arti. L’unicità di Villa Litta, gli ampi spazi della residenza, del parco e del gioiello rappresentato dal Ninfeo, si configurano come ideali per poter osare con idee progettuali nuove ed innovative.
3) Come vede il tema del collegamento Lainate – Mind, come migliorarlo?
Il tema del collegamento di Lainate con Milano, e quindi anche Mind, è il vero collo di bottiglia dello sviluppo della conoscenza di Villa Litta. Oserei affermare che è il più importante tema per un ulteriore sviluppo della città. Come Associazione Amici di Villa Litta, analizzando il pubblico dei visitatori per gli eventi, abbiamo notato quanta difficoltà debbano incontrare gli ospiti provenienti da Milano, soprattutto nel fine settimana, per raggiungere Lainate: servirebbero un servizio bus più frequente ed un collegamento ferroviario da Lainate a Rho e Saronno, che permetterebbero il collegamento con la città di Milano. Mind si colloca su questo percorso, pertanto la mia visione include Milano ed implicitamente anche Mind.
4) Quanto conta per un’azienda contare su un territorio ricco di arte e bellezza attorno alla propria sede?
Sarebbe errato valutare il perimetro di interesse di una azienda limitandolo solo al proprio settore economico e non considerando ciò che la circonda dal punto di vista territoriale e sociale. Da anni si e’ dimostrato quanto numerose siano state le aziende , e molte del territorio , che hanno organizzato eventi in Villa; per la presentazione aziendale, per la promozione di prodotti o di eventi aziendali a livello mondiale. Specialmente per le aziende presenti sul territorio si è evidenziato un particolare orgoglio nel mostrare, spesso a ospiti internazionali , le meraviglie peculiari di Villa Litta e del suo Ninfeo, in un ideale contesto di connessione con la azienda stessa. Ad ulteriore dimostrazione di ciò, ogni anno si registra un interesse crescente di molte agenzie organizzatrici di eventi, di progetti pubblicitari o nell’ambito dello spettacolo, che portano in Villa aziende di diversi settori economici e che testimoniamo ulteriormente la unicità del luogo, inserendo la nostra Villa nel contesto internazionale di pregio che le spetta considerando il suo fulgente passato.
5) Veniamo da quasi due anni di emergenza sanitaria. Che impatto hanno avuto su Villa Litta? Quali sono i progetti in cantiere per il 2022? A tal proposito sappiamo che state lavorando sul fronte della realtà aumentata...
La Associazione Amici di Villa Litta gestisce in forma totalmente volontaristica, tramite un Bando pubblico, tutti gli eventi di Villa Litta curando la manutenzione dei Palazzi, Fontane e soprattutto del Ninfeo . Il Covid ha avuto naturalmente un forte impatto. La prima esigenza e’ stata quella sanitaria, dovendo garantire la sicurezza di tutti, sia gli ospiti che i Volontari della Associazione. L’aspetto economico è stato devastante, considerando che i ricavi si sono ridotti mediamente dell’ 80%. Un supporto importante è stato fornito, ad esempio, da Fondazione Cariplo, che con diversi Bandi ha contribuito a ridurre i problemi economici dovuti alle minori entrate . Ciò nonostante, nel 2021 abbiamo inaugurato un grande ed importante restauro per il Cortile delle Pioggie con il ripristino architetturale del Cortile e di tutta la rete dei giochi d’acqua, che rappresentano appunto “Le Pioggie” nel Cortile. Questo restauro è stato finanziato dai ricavi dei servizi gestiti dalla Associazione degli anni 2018-2019. Per il 2022 e’ complesso ipotizzare nuovi progetti stante la pandemia e la incertezza sul sentimento del visitatore di visitare un luogo affollato come Villa Litta. La progettazione per questo nuovo anno è quindi indirizzata ad offrire nuove modalità di fruizione, specificatamente rivolte al pubblico meno abbiente, affetto da cecità o sordità. Per queste fascie di pubblico siamo in contatto con le rispettive Associazioni per sperimentare nuovi progetti in Villa con percorsi appositamente studiati per loro. Per il futuro abbiamo in cantiere anche un progetto di realtà aumentata, a cui abbiamo cominciato a lavorare già nel 2019. Una volta superata la pandemia si dovranno raccogliere importanti fondi economici per poter studiare un progetto di forte attrativa.
DICEMBRE 2021- Riprendiamo la nostra finestra su Mind. Nelle ultime settimane ci sono state ulteriori novità legate all’area ex Expo, a partire dall’annuncio dell’ insediamento dell’incubatore di startup dell’Università Berkley. Per proseguire la nostra serie di interviste abbiamo pensato questa volta di interpellare un rappresentante degli amministratori locali: per i Comuni attorno a Milano, infatti, MIND rappresenta un’opportunità, ma anche una sfida. Tra gli amministratori locali non potevamo che partire dal Sindaco della nostra Lainate, Andrea Tagliaferro, in carica dalla primavera del 2019.
1.Come si pone Lainate rispetto al progetto MIND e più in generale nella nuova dimensione della città metropolitana?
La nostra città, così come il territorio, dialoga con MIND in una logica di complementarietà. Questo ambizioso progetto di trasformazione, rigenerazione e innovazione a due passi dalla nostra città, ci deve stimolare a far emergere le nostre peculiarità e metterle al servizio di un bacino allargato. Non dobbiamo porci in una logica di concorrenza, ma chiederci cosa può offrire Lainate in termini di servizi, strutture e… bellezza, a chi si insedierà sull’ex area Expo. Penso a Villa Litta, ai centri sportivi, al percorso ciclopedonale lungo il canale Villoresi, ai nostri spazi verdi.
Dobbiamo vivere MIND come una grande opportunità, con importanti funzioni accessibili anche per i nostri concittadini (l’ospedale Galeazzi e l’Università in primis).
2. Diversi operatori paventano il rischio che il territorio si faccia cogliere impreparato dalla novità: se i comuni limitrofi a Milano non si organizzano saranno altri comuni meno vicini ad approfittare delle opportunità offerte da Mind, o più probabilmente sarà il capoluogo stesso ad attrarre flussi e persone dai comuni come Lainate. Qual è il suo punto di vista al riguardo?
Dal 2009 i Comuni di questo territorio che aderiscono al Patto dei Sindaci del Nord Ovest, nato su iniziativa della Provincia di Milano e di Comuni, collaborando su tematiche trasversali. Fin da subito l’attenzione si è concentrata soprattutto sulle grandi questioni delle infrastrutture viabilistiche e ferroviarie, e uno dei temi prioritari di questi anni è stato fare sistema, come area omogenea, nell’avvicinarsi di Expo 2015 e nella gestione del post evento. E in questa direzione dovremo continuare a lavorare lasciando da parte campanilismi, ma portando avanti la nostra unicità in modo collaborativo. La banalizzo… mai come in questi casi “l’unione fa la forza”.
3. Quali impatti avrà MIND sulla mobilità locale, atteso che i grandi flussi saranno serviti dalla Metropolitana, dal passante ferroviario e dalle Autostrade A4 e A8?
Come già sperimentato durante il periodo di EXPO 2015, ritengo che non vi saranno particolari ripercussioni in termini negativi sulla mobilità locale. I flussi maggiori infatti arriveranno dal capoluogo milanese. Rimane comunque alta l’attenzione sul tema viabilità verso il sito MIND che nonostante si trovi a pochi chilometri dalla nostra città è difficoltoso da raggiungere con mezzi alternativi all’auto privata.
4. Tenendo conto anche del futuro sviluppo dell’Area MIND, è prevista un’implementazione dei collegamenti (pullman, navette) tra Lainate e Milano?
Sicuramente il tema dei collegamenti rimane prioritario per Lainate. Ad oggi le connessioni con l’area di MIND, per noi sono garantite esclusivamente su gomma, con mezzo privato. Da tempo sui tavoli regionali è stato sollevato l’argomento collegamenti Lainate-Arese-Mind. E’ in corso uno studio di fattibilità condotto da Regione Lombardia per la realizzazione di un collegamento tra Lainate, Arese e Mind che per i nostri territori sarà fondamentale. Come Consiglio comunale abbiamo votato lo scorso anno un Atto di indirizzo per sollecitare Regione Lombardia all’avvio delle attività progettuali sul prolungamento del passante ferroviario verso il territorio di Lainate. Questo alla luce del Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti che considera la riattivazione della linea ferroviaria Garbagnate Milanese – Lainate un nodo decisivo per garantire un trasporto pubblico suburbano alternativo alle linee di autobus a Lainate, e del Piano Territoriale Metropolitano, approvato dal Consiglio Metropolitano che indica l’estensione della rete di linee ferroviarie suburbane verso Lainate come uno degli obiettivi strategici del trasporto pubblico per l’area metropolitana milanese. Lo sviluppo del progetto MIND potrebbe rappresentare un’opportunità importate per la nostra città per portare a casa interventi concreti.
AGOSTO 2021- Inauguriamo con Dario Ferrari presidente di Distretto33 – il Network del Nord ovest Milano – una riflessione su Mind per capire dalla viva voce dei protagonisti del mondo delle imprese, del lavoro, delle scuole e delle istituzioni del nostro territorio se e come ci stiamo preparando ai cambiamenti non soli urbanistici di questo straordinario progetto.
Quali sono le professioni che saranno maggiormente richieste nell’ambito degli insediamenti di MIND? La tipologia degli insediamenti è molto eterogenea; si va dalle sedi delle società multinazionali e delle start up del settore del farmaco, delle comunicazioni, della ricerca scientifica, dell’alimentazione, ma anche uffici direzionali di aziende del manifatturiero e dei servizi. Sono quindi tante le professioni che verranno ricercate e che comunque non possono che tenere conto della conoscenza delle lingue e delle applicazioni informatiche. Ma non dimentichiamo anche che MIND sarà una vera e propria città che avrà necessità di manutenzioni e gestioni degli immobili che verranno realizzati. Pertanto vi sarà l’ esigenza di avere personale qualificato e professionalmente preparato nell’ambito tecnico nel settore dell’edilizia e della impiantistica riferita alle nuove tecnologie costruttive a impatto e consumo energetico zero. E sarà in questo ambito che le scuole di formazione professionale del territorio potranno essere indispensabili per questa formazione.
Quali sono le attività di servizio che potranno avere in MIND potenziali nuovi Clienti? Nell’ambito della accoglienza e ristorazione e del delivery; della cura della persona e del tempo libero, ma non solo. Scuole , anche private, internazionali per studenti delle primarie e secondarie, assistenza informatica, agenzie di viaggio e tour operator.
Quali impatti avrà MIND sulla mobilità locale, atteso che i grandi flussi saranno serviti dalla Metropolitana, dal Passante Ferroviario e dalle Autostrade A4 e A8? Obiettivo di MIND è quello di limitare il trasporto privato su gomma. Nel contempo necessitano servizi di collegamento pubblico di natura urbana e extraurbana per il collegamento con i comuni limitrofi dove molti troveranno una nuova residenza o si sposteranno per studio e lavoro. Trasporto urbano che dovrà avere linee e percorsi privilegiati, non compromesse con la viabilità ordinaria esistente, possibilmente con linee aeree non impattanti con il suolo.
I prossimi lavoratori che avranno posto in MIND, quali servizi abitativi, della mobilità, scolastici, per la cultura ed il tempo libero e per la qualità della vita troveranno ad attenderli nelle vicinanze? Il territorio è impreparato. Mancano gran parte dei servizi richiesti ad eccezione, forse, di quelli legati ad una residenza ”temporanea per motivi di lavoro” che grazie ad EXPO si era in parte, sviluppata. Se il territorio limitrofo non si “organizza” altri comuni, meno prossimi (in un raggio di circa 80 Km e quindi distanza minima per quanti verranno da tutte le parti del mondo), potranno sfruttare le loro attività di servizio per fornire una residenza di qualità, collegamenti già esistenti, una qualità della vita particolarmente interessante. Pensiamo a Verbania, Varese, Novara per fare degli esempi di collegamenti diretti (autostrada, ferrovia), capoluoghi di piccole dimensioni ma completi nell’offerta dei servizi e della qualità della vita; in un ambiente “naturalisticamente parlando” (Verbania soprattutto) particolarmente significativo.
Saranno di più i cittadini dei Comuni limitrofi che andranno per finalità commerciali a MIND oppure i frequentatori di MIND a frequentare, per le stesse ragioni i Comuni limitrofi? Domanda collegata alla precedente. Se i comuni limitrofi non saranno attrattivi non vi sarà interesse da parte dei frequentatori di MIND di visitarli in quanto non troverebbero quanto riferibile alle loro esigenze. Facile che saranno i cittadini dei comuni del territorio che verranno attratti dai servizi offerti da MIND: sanità (IRCCS Galeazzi), istruzione universitaria (nuove facoltà scientifiche UNIMI), residenza (vivere in una smart city al pari di UP TOWN), ricerca di nuove attività lavorative offerta dagli insediamenti terziari, etc.
Il tutto potrebbe compensarsi, ma è il territorio che deve sviluppare centri di interesse, ma ad eccezione di pochissime realtà particolarmente “vivaci” (vedi insediamenti su Arese) nulla o poco si sa muovendo in tempi “rapidi”.
E intanto il treno sta….passando.