Nello scorso intervento ho provato ad introdurre il tema del Welfare, nel suo significato letterale di “passarsela bene, andare bene”… in termini sintetici di “benessere”. Abbiamo visto come “benessere” significhi allora stare bene, vivere in armonia, nel rispetto delle proprie esigenze, dei propri bisogni e dei propri programmi per il futuro. Non è quindi un’espressione “al singolare”. Non si può stare bene da soli. Il Welfare, il benessere, implica una dimensione “plurale”, poiché coinvolge in primis la famiglia e gli affetti, ma poi anche tutte le aree della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, le relazioni sociali… in una parola “la Comunità”. Una dimensione fondamentale della “Comunità” è quella legata al mondo del lavoro e dell’impresa.
Sono diverse le forme di Welfare che si possono attivare in azienda, con l’erogazione di servizi differenti; ritengo che uno dei principali, e di maggiore sensibilità e necessità in questo momento, sia quello della Tutela del Diritto alla Salute. Favorire (ed anzi garantire) l’accesso alla diagnosi ed alla cura in tempi rapidi, sollevare le persone dell’incombenza economica di dover accedere ai servizi alla Salute in forma privata, e quindi onerosa, ed estendere questi vantaggi fondamentali non solo alla persona che lavora in azienda, ma anche ai suoi cari, è indubbiamente una scelta di valore, ed è la tutela di un diritto fondamentale delle persone. La nostra Costituzione all’art. 32 dice: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.” Non è sempre facile, né scontato, che questo diritto costituzionale possa essere, oggi, facilmente garantito ai cittadini del nostro Paese. Esistono, poi, diverse forme di Welfare Aziendale in tema di Salute… le approfondiremo insieme.
“La Salute è il primo dovere della Vita”, si dice.
Torneremo ad occuparci di questo tema… alla prossima!
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