Riprendiamo il nostro viaggio tra imprese ed imprenditori del Nord Ovest Milano, per conoscere la loro storia e la loro visione su punti di forza, bisogni e mancanze del nostro territorio. Per questo numero abbiamo incontrato Alessandro Trentini, imprenditore da quando aveva poco più di vent’anni, fondatore e guida con la moglie Katja di Idea Plast, azienda lainatese attiva in tutta Italia e specializzata in sviluppo di servizi e soluzioni legati al mondo della plastica in ottica green, nata nel 2000 come evoluzione dello Studio Tecnico di Progettazione Alessandro Trentini, a sua volta fondato nel 1988.
Alessandro come nacque la tua voglia di diventare imprenditore?
Penso sia una cosa che ho sempre avuto dentro. Non ho mai cercato un impiego, ma un lavoro da sviluppare e che a sua volta creasse sviluppo. Anche nei tre anni da dipendente, dal 1984 al 1987, uno step necessario per acquisire la necessaria esperienza nel settore, la mia mentalità non è mai stata quella dell’impiegato.
Come si è arrivati alla nascita di Idea Plast?
Il mio percorso professionale, come ti ho accennato, è iniziato nel 1984, con i tre anni da dipendente all’azienda plastica Rotondaro Biagio di Nerviano. Alla fine dell’87 compresi sempre di più che mancava nel mondo della plastica, allora ancora agli albori, la figura dello studio di progettazione esterno in grado supportare le aziende del settore. E così, nel 1988, fondai lo Studio Trentini, che a metà anni Novanta arrivò a contare una decina di progettisti. Proprio in quegli anni però iniziai a percepire che il mercato non chiedeva più uno studio di progettazione e basta, ma un qualcosa capace di offrire un servizio completo alle aziende, dal progetto alla stampa, dall’idea al prodotto finito. Fu così che arrivai alla fondazione di Idea Plast, nel 2000.
Come è cambiata Idea Plast in questo (quasi) quarto di secolo?
Siamo cresciuti in termini di collaboratori e fatturato, oggi vicino ai 5 milioni, ma la cosa di cui vado più fiero è la continua crescita delle idee. Ecco, mi piace definire Idea Plast come una continua fucina di idee. Non tutte si possono realizzare, ma è questo continuo fermento a farci crescere. Ti porto alcuni esempi. Il più lontano nel tempo risale al 2004, quando progettammo per Esselunga la cassetta per la spesa a domicilio e la cassetta per frutta e verdura, con un occhio già proiettato alla seconda vita della plastica. In questi 15 anni di collaborazione abbiamo prodotto per Esselunga oltre 2 milioni e mezzo di pezzi. Nel 2008 abbiamo ideato un erogatore di marmellata sfusa, nel 2011 siamo stati i primi in Italia a creare giochi e arredi in plastica riciclata (la vera realtà è la seconda vita della plastica, non il plastic free!). Negli ultimi anni abbiamo aperto il nostro settore ricerca e sviluppo e collaboriamo con grandi aziende in progetti di sostenibilità, come ad esempio il pannello fotovoltaico montato su tegola in plastica riciclata, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milani e l’azienda Roofy di Firenze. La ricerca è fondamentale per noi, è una delle nostre “5 R”. Le altre quattro sono riduzione, riuso, recupero e riciclo.
Grazie allo sviluppo e alla forte crescita di Idea Plast in questi anni hai avuto modo di rapportarti con diversi territori del nostro Paese e diverse amministrazioni comunali. Quali sono secondo te i punti di forza del nostro territorio e quali invece gli aspetti da migliorare?
Il Nord Ovest Milano, ed in generale la Lombardia, hanno certamente una marcia in più a livello economico. Siamo la culla del lavoro e qui c’è un continuo fermento che non ha eguali in Italia, e forse non ne ha in Europa. Un aspetto critico è però la scarsa sinergia tra le imprese, l’incapacità o la mancanza di voglia di fare sistema, dovuta alla fortissima competizione tra aziende che permea tanti settori. Anche in questo caso ti porto un esempio pratico. Anni fa avevo tre clienti che facevano tutti e tre la stessa cosa, e cioè stampe, praticamente uno accanto all’altro. Capitò spesso che decisero di rinunciare a grandi commesse che da soli non erano in grado di portare avanti piuttosto che prendere insieme la commessa e dividersi il lavoro. In Toscana, altra regione che conosco bene, invece, forse perché arriva meno lavoro, quando occorre le aziende fanno sinergia, pur di non perdere le occasioni.
Anche tu hai avuto modo di toccare con mano una certa diffidenza verso le imprese da parte delle pubbliche amministrazioni?
Si, in questi anni è capitato spesso, senza distinzioni territoriali, e alla diffidenza si abbinava anche una certa sufficienza con cui inizialmente siamo stati trattati da alcune amministrazioni. Tuttavia, questa diffidenza è quasi sempre stata superata positivamente grazie alla reciproca conoscenza. Il problema è che spesso e volentieri questa conoscenza, preludio molte volte ad un rapporto che diventa di proficua collaborazione (come successo per esempio con l’attuale amministrazione di Lainate), matura in seguito ad un bisogno del tal Comune. Il bisogno porta a contattarci, la conoscenza fa superare la diffidenza e fa nascere collaborazione. Ecco perché è importante fare rete tra le imprese di un territorio e le rispettive PA, creando tavoli ed occasioni di incontro: a questo rapporto costruttivo e di reciproco riconoscimento si deve arrivare prima, e non solo quando matura un bisogno da parte del pubblico.