In una mattinata soleggiata e meno fredda del solito, Marco Delaini, presidente di zona di Assolombarda ed amministratore delegato di Fanuc Italia, ci accoglie in azienda per una chiacchierata in vista di questo nuovo numero di Persone, Ambiente & Territorio. L’occasione è propizia per fare un primo bilancio della sua attività come presidente di zona e per analizzare i punti di forza e di debolezza del nostro territorio ed in generale del Sistema Italia sotto il profilo economico, dal punto di vista di un manager con una lunga esperienza di lavoro in contesti esteri, anche molto diversi tra loro.
Marco Delaini, infatti, dopo aver iniziato la sua carriera nell’allora FANUC Robotics Italia nel 1992, dal 2008 ha guidato la fondazione di FANUC Robotics in Russia, ricoprendo la carica di Presidente (e mantenendo la funzione di CFO e vice presidente per la filiale italiana fino al 2014, anno in cui si è occupato in prima persona della creazione dell’attuale FANUC Italia), per poi essere designato nel 2018 Vice Presidente di FANUC Europe, con responsabilità su 11 filiali est-europee e più di 20 mercati esteri (sotto la sua guida il mercato dell’Est Europa di FANUC è continuato a crescere a due cifre ogni anno).

Marco Delaini, AD di Fanuc Italia e vicepresidente di Fanuc Europa, è presidente di zona di Assolombarda dalla fine del 2021
Non sempre si ha l’opportunità di dialogare con un dirigente d’azienda che può vantare un’esperienza all’estero come la tua. Questa tua esperienza internazionale ci consente un’analisi comparativa. Qual è secondo te il principale punto di forza delle imprese italiane quando si confrontano fuori dai nostri confini e quale invece la carenza più importante?
Il maggior punto di forza è la percezione di qualità, genialità e creatività che viene associata all’Italia e alle sue imprese. Qualcuno sostiene sia un luogo comune, ma non lo è. All’inizio della mia lunga esperienza all’estero ero molto curioso di vedere come era davvero percepito il nostro Paese e ho avuto una sorpresa positiva. Il nostro problema principale invece è la dimensione ridotta delle nostre aziende nel confrontarsi con grandi clienti internazionali: sono convinto che non esistano modelli giusti e modelli sbagliati, ma che ogni Paese sia il frutto della sua storia e della sua cultura. Per esempio, noi siamo ricchi di PMI, nell’Est Europa invece un’azienda da 100 dipendenti è addirittura considerata piccola, perché lì le aziende internalizzano tutti i processi. Qual è allora il problema? Il problema è la nostra incapacità di fare sistema, è qui che falliamo macroscopicamente, ed è qui che la dimensione ridotta delle nostre aziende si trasforma spesso in problema, perché l’incapacità di fare sistema diventa carenza strutturale se parliamo, come nel caso della gran parte delle aziende italiane, di imprese medio-piccole. Cosa intendo per “fare sistema”? Anche in questo caso ti porto un esempio. Quando un’impresa tedesca si presenta all’estero per una trattativa il manager e/o l’imprenditore porta con sé anche il responsabile della banca che segue l’azienda, il referente dell’associazione locale degli imprenditori ed altre figure professionali esterne all’azienda. I giapponesi addirittura coinvolgono l’ambasciata o il consolato. Noi invece non siamo quasi mai in grado di muoverci così. Ci presentiamo sempre individualmente, con le nostre piccole dimensioni, ognuno geloso dei suoi clienti di cui non vuole fare parola con nessuno.
Cosa rende attrattivo un territorio per una grande azienda?
Si dice che una delle leve per attirare aziende in un territorio sia un regime fiscale vantaggioso. Questo aspetto può avere una sua effettiva importanza per aziende di determinati comparti, ma in generale non credo sia una discriminante decisiva, anche perché i vantaggi fiscali hanno una durata limitata nel tempo, spesso 2-3 anni al massimo. La mia esperienza mi porta a dire che sono soprattutto due i parametri che una grande azienda valuta quando deve decidere in quale territorio insediarsi: le infrastrutture (trasporti compresi) ed il collegamento con le università (vedi per Lainate la presenza dell’ITS). Da un punto di vista infrastrutturale non penso che le amministrazioni comunali o regionali debbano ragionare nell’ottica delle nuove edificazioni, poiché le aree ancora libere sono ormai molto limitate, bensì nell’ottica della riqualificazione e rigenerazione.

La sede di FANUC Italia, in via Lodi a Lainate
Abbiamo parlato di territori, veniamo allora al tuo ruolo di presidente di zona di Assolombarda per il Nord Ovest Milano, che hai assunto alla fine del 2021. Che bilancio fai di questo tuo primo anno di attività, segnato in modo particolare dalla serie di incontri “Imprenditori, imprese e territorio”?
Direi che il 2022 è stato un bell’esperimento. Siamo partiti a marzo organizzando un incontro di networking per le aziende del territorio qua in FANUC. L’idea era semplicemente quella di lanciare un sasso nello stagno, provando ad organizzare un incontro interessante per le aziende e verificare il loro riscontro. Inoltre volevo cominciare a conoscere gli imprenditori e gli amministratori dei nostri territori: non solo avevo appena assunto l’incarico di presidente di zona, ma ero appena arrivato nella sede di Lainate dopo anni di esperienza all’estero. Dopo quella mattinata in FANUC gli incontri di networking hanno visto una continua crescita di partecipazione e di aziende che si candidavano per ospitarli, diventando così nel corso dell’anno un appuntamento mensile ed in alcuni casi addirittura quindicinale. Non possiamo che essere contenti, non solo per il clima che si sta ricreando tra gli imprenditori del territorio, ma anche per i contatti sempre più approfonditi con le amministrazioni comunali e gli istituti scolastici. Dopo i due anni di covid, che avevano quasi azzerato le dinamiche associative, è stata certamente una bella soddisfazione contribuire a questa ripartenza di Assolombarda nei nostri comuni.

Marco Delaini con Giancarlo Muliari e gli altri imprenditori lainatesi che nel 2022 sono entrati in Assolombarda: Marcello Belotti (ADP Servizi) Emiliano Cornacchia (BSA SRL) ed Enrico Zucchetti (Lainauto)
Come vedi il rapporto tra mondo dell’impresa e PA? In che modo Assolombarda può facilitarlo?
Le aziende più piccole fanno spesso fatica ad interloquire con le pubbliche amministrazioni. Assolombarda cerca di facilitare questo confronto portando alle amministrazioni le istanze comuni di più aziende, facendole quindi pesare di più. Non solo, ma Assolombarda cerca di svolgere un ruolo di stimolo, talora anche incalzante. Per esempio, a gennaio, insieme anche ad ILAS, prepareremo una lettera per l’Amministrazione Comunale di Lainate in cui solleciteremo il Comune su alcune specifiche esigenze delle imprese della città.
A proposito di 2023: cosa aspettarci dalla tua attività come presidente di zona di Assolombarda dopo questo 2022 ricco di iniziative?
Nei vari incontri di networking di questo 2022 abbiamo portato all’attenzione vari temi di interesse comune (costi dell’energia, incentivi, metaverso, sostenibilità). Nel 2023 mi piacerebbe approfondire alcuni di questi temi, organizzando incontri con esperti di assoluto rilievo, un po’ come abbiamo fatto nel nostro incontro del 25 novembre. Un altro obiettivo sarà cementare e concretizzare il dialogo che in questo anno si è creato con le Amministrazioni e gli istituti scolastici di Rho e Lainate.