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Apriamo questo primo numero del 2023 di Persone, Ambiente & Territorio soffermandoci su due tendenze, tra di loro opposte: una sempre maggiore consapevolezza nei propri mezzi del tessuto imprenditoriale italiano ed il persistere di un radicato sentimento anti-impresa nella PA.

I NUMERI DEL SISTEMA ITALIA- L’economista Marco Fortis ha di recente pubblicato sul Sole 24 Ore (9 novembre 2022, pagina 19) un articolo, basato sull’elaborazione dei dati raccolti da Fondazione Edison, che ha evidenziato lo stato di grazia del sistema delle imprese italiano (il “made in Italy) e le sue peculiarità. “Negli ultimi anni- scrive Fortis- l’Italia ha surclassato tutti per reattività e crescita, conquistando quote di mercato: la superiore diversificazione, la minore delocalizzazione, la stretta integrazione delle filiere, il gran numero di nicchie produttive di livello mondiale e l’accresciuta competitività hanno infatti portato l’Italia ad essere nel 2021 il 6° Paese al mondo per surplus commerciale, esclusa l’energia”. Dunque, prosegue l’economista, assistiamo ad “una completa rivincita del modello produttivo italiano, che oggi tutti riscoprono perché presenta il portafoglio prodotti in assoluto più diversificato su scala globale: dai vini alla meccanica, dalla moda agli alimentari, dalle piastrelle ai mobili, dagli yatch alla farmaceutica”. Le conclusioni ricavate da Fortis non sono isolate, ma sono state rilanciate anche dal Professor Antonio Calabrò, docente dell’Università Cattolica di Milano nonché presidente di Fondazione Assolombarda e Museimpresa, nel suo articolo di fine anno sull’Huffpost (12 dicembre 2022). “Analoghi risultati- scrive il Professor Calabrò riferendosi allo studio di Marco Fortis- emergono anche da altri studi: dai Campioni della crescita, censiti dal Corriere della Sera e raccontati durante i Festival Città Impresa di Italy Post, al Rapporto Controvento di Nomisma (“Affari&Finanza” de la Repubblica, 12 dicembre) sulle 5.198 migliori aziende manifatturiere italiane dette, appunto, le fabbriche del Pil”.

LA PA ed IL SENTIMENTO ANTI IMPRESA- Tuttavia, a fronte di un quadro che rafforza in maniera inequivocabile il ruolo anche sociale dell’imprenditore, capace di creare valore non solo economico, continua ad essere radicato un diffuso sentimento antimpresa, per lo più fondato su stereotipi del passato, un sentimento che anche noi come Studio abbiamo più volte toccato con mano, seppur indirettamente. In particolare, nel rapporto con la PA, questa ostilità si rivela in una certa malcelata diffiedenza verso l’imprenditore e nel conseguente eccesso di burocrazia, eccesso che da anni penalizza la competitività dell’intero Paese e che secondo l’indagine periodica della Commissione Europea “è visto come un problema prioritario nell’attività quotidiana dall’84% degli imprenditori italiani”.  Anche i dati del Global Competitiviness Report avvalorano questa lettura: nel Report si afferma che l‘Italia è un paese complessivamente competitivo, ma con un’inefficienza della PA penalizzante e con un peso della burocrazia tra i peggiori fra tutti i Paesi analizzati. Nonostante un ottimo posizionamento su diverse dimensioni chiave di analisi, dai risultati emerge come la complessità regolativa penalizzi il punteggio finale del Paese e faccia percepire la PA italiana non allineata alle esigenze di certezza, efficienza e rapidità delle imprese (in questo periodo di elezioni è bene ricordare come tutte le regioni italiane, secondo un studio della Commissione Europea, risultino essere al di sotto della media europea per qualità e livello di efficienza della Pubblica Amministrazione).

Chiudiamo quindi con un duplice auspicio: che gli imprenditori italiani, ed in particoalare quelli del nostro territorio, abbiano sempre maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità e del proprio ruolo sociale, e che nella PA venga progressivamente meno questo strisciante sentimento anti-impresa, concretizzando questo auspicato nuovo atteggiamento con una minore diffidenza verso gli imprenditori e con nuove regole che snelliscano l’attuale oppressione burocratica. Lo Studio, nel suo piccolo, andrà avanti nel fare la propria parte per facilitare il dialogo e la collaborazione tra imprenditore e PA, proseguendo la via tracciata dal rapporto Conoscere per decidere (qui l’articolo dedicato), presentato in MIND a settembre 2021 ed incentrato proprio sul rapporto aziende-PA, e continuando il lavoro silenzioso per l’istituzione di un tavolo permanente di confronto tra istituzioni ed aziende del Nord Ovest Milano.