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L’aggravarsi della crisi energetica ha evidenziato le difficoltà del continente Europeo a gestire il peso di transizione verso gli obiettivi di decarbonizzazione. Questo nuovo scenario, non previsto quando furono lanciati gli obiettivi di decarbonizzazione, ha fatto emergere in modo chiaro che il percorso di transizione energetica al 2030 non può essere raggiunto se non si integrano gli obiettivi di decarbonizzazione con quelli di sicurezza.

Anche la recente risposta della Commissione Europea, adottata con il provvedimento RePowerEU, identifica tra le misure per uscire dall’aggravarsi della crisi gas due direttrici principali: una strategia di ulteriore aumento degli obiettivi di produzione rinnovabile e dei target di efficientamento energetico dei processi di consumo ed una strategia di diversificazione geopolitica delle direttrici di approvvigionamento del gas naturale. Queste linee di intervento, per essere efficaci, devono rappresentare l’avvio di un processo di cooperazione inclusivo tra tutti i paesi che condividono gli obiettivi di sostenibilità ambientali e possono mutuamente cogliere le opportunità di sviluppo economico derivanti da una politica per la transizione energetica. L’area Mediterranea si colloca all’ottavo posto in termini di giacimenti di riserve certe di gas naturale a livello globale, ma rappresenta un giacimento ancora più importante per la produzione potenziale di fonti rinnovabili e in particolare l’idrogeno verde. L’idrogeno verde rappresenta l’opzione tecnologia più importante, in prospettiva, per sostituire il gas naturale e fornire l’energia termica necessaria ad alimentare i processi i processi industriali.

Università e imprese stanno verificando se una tecnologia game-changer come l’idrogeno possa costituire anche un driver per la costruzione di una piattaforma di cooperazione geopolitica tra i bacini del Mediterraneo estendibile ad ulteriori opzioni tecnologiche. Il percorso di analisi si basa su un processo in tre stadi. Prima di tutto bisogno verificare il potenziale di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Per identificare il potenziale di sviluppo per ora possiamo basarci sulle proiezioni dei principali istituti di ricerca e delle agenzie governative. Le tecnologie che saranno prioritariamente considerate sono rappresentare dalla tecnologia eolica e, soprattutto, solare. Per quanto l’area presenti un potenziale elevato di produzione rinnovabile, le caratteristiche di produzione discontinua delle tecnologie solare ed eolico richiedono di ottimizzare i profili di produzione attraverso un sistema di interconnessioni di rete integrate. Le dimensioni di rete considerate non riguardano solo le infrastrutture per la trasmissione di energia elettrica, ma anche quelle per il trasporto del gas naturale nei limiti in cui potranno essere riconvertite per il trasporto di idrogeno.

Occorrerebbe pervenire in tempi rapidi ad un prima stima generale della produzione di energia elettrica rinnovabile e determinare la componente più rilevante dei costi di produzione di idrogeno ovvero l’energia elettrica. In questo modo vi saranno le basi per determinare un valore di riferimento per la produzione di idrogeno, considerando il potenziale di economie di scala e di scopo derivanti da un approccio integrato a livello dei paesi del Mediterraneo con il continente Europeo. Sulla base di queste valutazioni si aprono delle opportunità per le nostre imprese derivanti dalla diversificazione delle fonti energetiche e tecnologiche per sviluppare una leadership nella produzione di un vettore energetico chiave per il processo di decarbonizzazione.

Il Professor Giacomo Di Foggia, Segretario Generale del CESIP Bicocca Milano