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Parabiago è per antonomasia “la città della calzatura”, ma il suo tessuto industriale è fatto anche di altre aziende, in alcuni casi grandi aziende, che operano in settori diversi. Una di queste è la mitica Rancilio, impresa nota in tutto il mondo per le sue macchine del caffè. 

RANCILIO: LA STORIA- Il lungo viaggio della Rancilio inizia nel 1926, grazie al suo fondatore, Roberto Rancilio. Roberto è un giovane operaio che decide di aprire la propria officina meccanica e avviare la produzione di un prodotto di nuovissima invenzione: la macchina per caffè istantanea. Con passione, visione e cura del design Roberto progetta decine di macchine e guida l’azienda fino al 1956, anno della sua scomparsa a soli 60 anni. Da qualche anno sono già in azienda i figli Nino, Francesco, Antonio e Romano, che quindi sono subito in grado di mandare avanti l’azienda e il sogno del papà. Sotto la loro guida la Rancilio lascia sempre più la dimensione artigianale con l’obiettivo di diventare una società  moderna e riconoscibile a livello globale. Per concretizzare questo grande obiettivo i fratelli nel 1971 ingaggiano, per parlare in termini sportivi, un vero top player: Marco Zanuso, fondatore del design industriale italiano. Per Rancilio Zanuso progetta la Z8, che si rivelerà un enorme successo commerciale, segnando l’ingresso dell’azienda di Parabiago nel grande mercato internazionale. Tra la fine degli anni Ottanta e primi Novanta avviene il passaggio alla terza generazione, con Giorgio, Roberto, Luca e Silvia. I nipoti del fondatore proseguono nel solco tracciato dal nonno e dai rispettivi genitori, ma alla fine del primo decennio del Duemila compiono l’atto d’amore più difficile, decidendo di vendere l’azienda per assicurare un futuro ancora più roseo a quel grande sogno iniziato nel 1926. Lo fanno però ponendo dei precisi paletti: la Rancilio dovrà continuare ad essere italiana, con sede a Parabiago e senza licenziare le maestranze in forza in quel momento.

 

Il fondatore Roberto Rancilio, in un viaggio di lavoro del 1955

 

IL MUSEO- La cessione dell’azienda non segna però la fine della storia. Con l’intento di non disperdere il legame con il passato e di mantenere accesa la memoria delle proprie origini, gli eredi Rancilio danno vita nel 2010 al museo aziendale Officine Rancilio 1926, quando aprire un museo d’impresa era quasi pionieristico. In questi 13 anni il museo è cresciuto sotto tutti i punti di vista, ma è rimasto nel luogo originario, un luogo altamente simbolico: via Galeazzi 22, nel centro di Parabiago, dove nel 1926 Roberto Rancilio aprì la sua prima officina meccanica. In questo spazio ricco di storia ci ha accolto in un caldo pomeriggio d’estate Francesca D’Angelo, curatrice del museo nonché responsabile della sua attività didattica. Francesca ci ha guidato in ogni angolo, portandoci per mano in questa storia secolare e soffermandosi con spiegazioni dettagliate sulle origini di ogni singolo reperto esposto al museo, dalle macchine ai memorabilia più curiosi. Il Museo, diventato il Museo della Famiglia Rancilio ed inserito nel circuito Museimpresa, è un’istituzione culturale sempre in movimento: le macchine esposte cambiano di anno in anno e in ogni stagione culturale vengono messe in campo iniziative rivolte alle scuole, nonché appuntamenti sportivi (solidissimo e di lunga data è il legame tra la Famiglia Rancilio e il ciclismo), convegni e mostre temporanee. 

Il museo è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, oppure su appuntamento. In attesa che ci andiate di persona, vi proponiamo una piccola selezione di immagini tratte dalla nostra visita.

 

La mitica “Regina”, la prima macchina da caffè istantanea per i bar disegnata da Roberto Rancilio

 

La prima macchina per caffè curata da un designer diverso da Roberto Rancilio (siamo nel 1957). Una volta accesa si illuminava, richiamando un astronave

 

La storica Z8, con cui la Rancilio conquistò il mercato tra gli anni Settanta e Ottanta

 

Romano Rancilio con l’amico e campione Giuseppe Saronni, in visita nella sede aziendale ed intento ad autografare una delle sue maglie rosa

 

La maglia rosa autografata da Giuseppe Saronni