Avevamo incontrato Laura Bajardelli qualche mese fa, in occasione dell’uscita del libro “Economia circolare per le PMI”, scritto insieme ad Aldo Bolognini Cobianchi: una guida per piccoli e medi imprenditori all’economia circolare, spiegata in modo semplice e concreto, attraverso testimonianze e case history.
La passione per la scrittura, e il piacere di incontrare persone e conoscere storie e punti di vista, ha portato Laura (manager e componente della Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo) ad una nuova fatica letteraria, in collaborazione con il Generale di Divisione in riserva Camillo de Milato: “Visioni e artefici del futuro- I protagonisti del Novecento raccontano”, edito da Mursia.
Quattordici persone, nate tra il 1926 ed il 1945, artefici di tanti successi nei rispettivi campi raccontano le loro visioni dell’avvenire. La parola visione non è stata scelta a caso: i testimoni intervistati da Laura (da Lina Sotis a Silvio Garattini, da Gianna Martinengo a Roberto Mazzotta) non parlano del futuro con rimpianto e passatismo, ma offrono appunto una loro visione, concreta e intrisa di fiducia nei più giovani.
Laura, l’idea alla base del libro è molto originale: chiedere una visione del futuro a persone dai 78 anni in su. Come ti è venuta?
Conosco tante persone di quella generazione e credo che sia una generazione unica e irripetibile, per quello che hanno vissuto, per la tempra che da quelle esperienze ne è derivata. È una generazione unica anche per le trasformazioni che hanno visto ed attraversato: è nata in un Italia povera, poco alfabetizzata, con le toilette nei cortili, mentre oggi abbiamo internet, intelligenza artificiale e si progetta la missione su Marte; prima si andava tutti in chiesa, oggi siamo in una realtà sempre più secolarizzata. E potrei continuare con tanti altri esempi. Al tempo stesso, sono tutte persone generose nell’ascoltare e nel raccontarsi, dicendo quello che pensano ma senza l’approccio “ti dico io quello che devi fare”.
Cosa ti ha più colpita dalle loro testimonianze?
Un filo conduttore è l’entusiasmo e la passione che hanno ancora tutti: parlandoci insieme non indovineresti mai la loro età, hanno l’entusiasmo e l’amore per la vita dei giovanissimi. In secondo luogo, sono tutte persone che non hanno paura del nuovo né pregiudizi, però ritengono che sia fondamentale essere preparati per guidare l’innovazione e non esserne travolti. In tutti loro ho poi trovato una forte dimensione comunitaria: sono estremamente convinti che da soli non si vada da nessuna parte.
Cosa possiamo imparare da questi grandi testimoni?
Le cose da imparare sono tante. Per indicarne una, ti direi il coraggio di essere protagonisti. La generazione della Ricostruzione questo coraggio lo ha avuto, costruendo il futuro, che è il presente che stiamo vivendo noi oggi. Anche la mia generazione deve ritrovare questo coraggio, prendere in mano la situazione e costruire il futuro per i nostri giovani.
Il libro, che si avvale della prefazione della Professoressa Giovanna Iannantuoni, rettrice delll’Università Bicocca e prima donna presidente del CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), è disponibile in tutti gli store online e nelle principali librerie, ed è disponibile anche in un’edizione speciale in braille per i non vedenti.
I proventi degli autori saranno devoluti interamente all’Osservatorio Metropolitano di Milano.